SCUOLA DI IKEBANA SOGETSU
Vicenza Branch nasce nel novembre 2019 dalla promozione a Branch del “Northern Italy Study Group” di Vicenza, la cui fondazione avvenne nell’agosto 2015 dopo oltre 27 anni dall’istituzione del primo Study Group della Scuola Sogetsu in Italia.
Vicenza Branch è una Filiale Ufficiale della Sede di Tōkyō, autorizzata all’insegnamento dell’Ikebana Sogetsu dalla Iemoto (Capo Scuola, Gran Maestro), Signora Akane Teshigahara, della Scuola Ikebana Sogetsu di Tōkyō.
La promozione dello SG a Vicenza Branch ha rappresentato un ulteriore riconoscimento ed apprezzamento del lavoro svolto da parte della Iemoto.
Questo diventa non tanto un punto d’arrivo ma un ulteriore stimolo per continuare a dedicarsi allo sviluppo e alla diffusione dell’eleganza dell’Ikebana Sogetsu in Italia.
Vicenza Branch è in assoluto la prima Branch (filiale) della Scuola Ikebana Sogetsu in Italia.
Le attività del Vicenza Branch comprendono lezioni, esposizioni, dimostrazioni, allestimenti e partecipazione ad eventi e manifestazioni. Le lezioni sono tenute in forma settimanale, mensile o periodica, sia collettive che individuali, anche in base alla propria disponibilità, concordandole preventivamente.
Queste attività si estendono oltre l’area del nord Italia fino ad abbracciare tutto il territorio italiano, avvalendosi all’occorrenza anche della collaborazione di altri membri della Scuola Sogetsu presenti in Italia.
Vicenza Branch è aperta ad ogni tipo di cooperazione e partecipazione affinché sia favorito lo sviluppo dell’Ikebana Sogetsu in Italia.
COS’É L’IKEBANA
L’Ikebana è l’Arte della Disposizione Floreale Giapponese.
L’arte dell’Ikebana è rivolta a tutti. A coloro che hanno passione ed amore per le piante e i fiori, a coloro che la vedono come un’arte creativa, a coloro che la vivono come un’arte decorativa e a coloro che la interpretano come un’arte contemplativa.
STORIA DELL’ IKEBANA
La vera storia dell’Ikebana è sconosciuta, ma si pensa che sia arrivata in Giappone come parte della pratica buddista. Si ritiene che già dal periodo pre-buddista i Giapponesi usassero alberi sempreverdi e fiori per invocare gli dei della natura e che questa pratica sia il cuore dell’Ikebana secolare.
Che queste teorie siano vere o no, la profonda comunione del Giappone con la natura in forma di fiori, piante selvatiche e alberi è evidente persino nei primissimi scritti giapponesi.
L’Ikebana, per come la conosciamo, comparve per la prima volta nel periodo Muromachi (da fine 14° secolo a metà 16° secolo).
Fu durante questo periodo che si stabilì molto di ciò che sarebbe diventato Arte Tradizionale Giapponese con i suoi canoni di bellezza.
Lo stile Shoin dell’architettura, la cerimonia del tè, Ikebana, il teatro del Noh, la poesia renga e lo stile dei giardini ebbero tutti la loro origine nell’era Muromachi. Questo non fu tuttavia un’evoluzione spontanea della cultura popolare.
I Daimyo e gli Shogun, i signori feudali e i generali, diedero ad un gruppo di artisti, chiamati Dobushu, la responsabilità di tecniche ed estetica. Alcuni Dobushu si occuparono della composizione di fiori e diedero origine ad uno stile chiamato Tatebana, caratterizzato da un ramo che si ergeva verticale al centro del vaso.
Da questo momento in poi comparvero uno dopo l’altro molti maestri dell’arrangiamento dei fiori.
Ikenobo Senkei, un monaco del tempio Rokkakudo a Kyoto, rimane colui che maggiormente influenzò lo sviluppo dell’Ikebana. Il suo stile di Tatebana, sviluppato ed insegnato da Ikenobo Senou e Ikenobo Senei, si diffuse tra la classe dei Samurai e tra gli aristocratici, accanto ad una più austera forma di Cerimonia del Tè.
Dal periodo Azuchi Momoyama fino a tutta l’era Edo, l’Ikebana è stata una forma d’arte vivente, andando incontro (con i tempi) a maggiori e minori cambiamenti in rapporto ai tempi stessi.
Nel periodo Edo, l’Ikebana ebbe una delle sue più importanti evoluzioni. Lo stile Ikenobo del Tatebana, influenzato dal Chabana di Senno Rikyu (arrangiamento semplificato di fiori per la stanza da tè) passò dalla classe guerriera dei Samurai alla cultura popolare dei mercanti e cambiò il nome in Rikka. Quando alla fine l’impulso creativo del Rikka svanì ed il suo effetto geometrico venne perso lasciando emergere complicanze decorative, apparve un nuovo stile altamente simbolico, Seika (o Shoka). Seika si basava su una impostazione triangolare, ten-chi-jin, jo-ha-kyu o shin-gyo-so; tutti modi diversi di dire “cielo-terra-uomo”.
Molte nuove scuole vennero aperte per insegnare lo stile Seika e iniziò il sistema dei Iemoto.
Con la modernizzazione del periodo Meiji, l’Ikebana si eclissò. Il governo Meiji, tuttavia, proponendosi di dare un’educazione alle donne decise che questo sarebbe stato rivolto alla formazione delle donne per essere “ buone mogli e madri sagge”.
Il governo decretò letteralmente che, in quanto parte di questa formazione caratteriale, l’Ikebana, un tempo arte maschile, sarebbe stata da qui in poi una parte standard dell’educazione delle donne. Questa decisione determinò le basi per una ripresa dell’Ikebana e, in una generazione, la trasformò da pratica maschile a pratica aperta alle donne, nonostante alle donne fosse quasi per legge proibita ogni innovazione in qualsiasi forma.
Nel tardo 19° secolo, quando si cominciò a coltivare piante occidentali, Ohara Unshin rese popolare uno stile, Moribana, che venne usato per i nuovi fiori occidentali nelle composizioni Ikebana.
In questo modo, Ikebana e il suo contesto culturale si sono evoluti con lo scorrere della storia giapponese.
Tratto da: www.sogetsu.or.jp
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Ryō Ryū